Graffiti e street art: un valore aggiunto per gli immobili

Quello che vedi nella copertina del nostro articolo di oggi è una meravigliosa espressione di quel mondo artistico che si chiama street art.

Qualora tu non abbia ancora ammirato da vicino la bellezza di questa affascinante creazione ti invito a recarti all’interno del parco Robinson, in via de Amicis. Una volta lì siedi in una delle panchine o, se preferisci, resta in piedi ma ciò che importa è che tu osservi la facciata del palazzo che si trova appena fuori dal parco. Ti assicuro che non rimarrai indifferente, l’ho provato sulla mia pelle quando abbiamo fatto un giro nelle vie della città che accolgono meraviglie come questa per fotografarle e proporvele così oggi.

Street art: che cos’è?

La street art è quella modalità d’espressione creativa ed artistica che vide la propria origine e diffusione nel corso degli anni ’90. Questa categorizzazione va ad individuare tutte le opere realizzate negli spazi pubblici i cui destinatari sono coloro che passano per la strada e hanno l’opportunità di guardarla e, perché no, magari ammirarla.

Per la verità fino a non molto tempo fa queste opere erano considerate nient’altro che atti vandalici a danno della comunità. Tuttavia, negli ultimi anni le amministrazioni pubbliche hanno iniziato a comprendere il reale valore di murales come quello che hai visto all’inizio o come quest’altro che ti propongo qui di seguito.

Meravigliosa e suggestiva opera di street art, situata in via Redentore

Oggi infatti accade che il fenomeno creativo della street art venga sfruttato per donare nuova linfa e dunque riqualificare zone urbane degradate. È questo il caso, relativamente alla nostra città, del quartiere degli Angeli nel quale è presente un’opera che ritrae Adelasia d’Altavilla. La sua figura è legata alla nostra città perché i suoi resti furono rinvenuti nel 1600 durante dei lavori di manutenzione dell’antico Castello di Pietrarossa. Ho deciso di non proporti una foto di questo murales perché purtroppo al momento è stata deturpata e deve essere riportata alla sua bellezza originale.

Street art: l’appeal dei “quartieri colorati”

Hai letto bene, le zone delle città che possono beneficiare di simili opere d’arte vengono simbolicamente definiti “quartieri colorati”. Grazie all’esplosione di colori, emozioni, significanti e significati che caratterizzano queste rappresentazioni, stiamo assistendo di anno in anno ad un aumento dell’interesse verso i quartieri che ne sono adornati e degli immobili che ne fanno parte.

Fantasiosa rappresentazione di un divertente ed ipotetico supereroe, in via Ferdinando I

Giova sottolineare che non esiste alcun parametro oggettivo circa la rivalutazione economica di un immobile. A tal fine, tra le variabili da prendere in esame rientrano il nome dell’artista, la tecnica che ha utilizzato, la bellezza dell’opera e la risonanza che ha saputo generare oltre, da non trascurare, la liceità del dipinto.

Ad ogni modo, tornando a quanto ti stavo raccontando, a Milano si è registrato un aumento d’interesse per la zona Barona. Si tratta del quartiere meneghino dove si trova un immobile nel quale Lapo Elkann ha scelto di stabilire la sua agenzia creativa. Il motivo? Sulla facciata di questo edificio si trova un murales di OBEY, al secolo Shepard Fairey, lo street artist più quotato in assoluto.

Un caso altrettanto rilevante è quello di un palazzo a Venezia, situato in Campo San Pantalon (Dorsoduro) con affaccio sul Rio Novo. Dopo la comparsa di un graffito riferibile al celeberrimo street artist Bansky, il valore immobiliare dell’edificio, nominato “The Bansky Estate”, si è addirittura quadruplicato.

Scritto da: Marco Giovanni Collodoro